Grumo Nevano. “Hanno ignorato sin dalla fine degli anni 60, adesso si ergono a “professori” dell’urbanistica con proposte che hanno un fine altamente speculativo, per pochi”

Non volevo entrare nel merito, ma dopo aver letto alcune considerazioni di tecnici che invece di fare mea culpa hanno la presunzione di dettare soluzioni che riteniamo altamente speculative per la nostra città in termini di urbanistica residenziale, è bene rispolverare un pò la memoria agli smemorati e ai giovani che non sanno. Era il mese di dicembre 2022 quando all’Istituto Niglio, nell’aula magna, la dottoressa Terracciano dell’Università Federico II di Architettura, illustrò in maniera esaustiva e altamente professionale quelle che erano le basi per il nuovo strumento urbanistico, il famigerato PUC tanto atteso. Ebbene in quella sede non si vide l’ombra di un solo tecnico, di un solo architetto, di un solo ingegnere, di un solo geometra grumese a dare un loro contributo alla discussione. Totalmente ignorato da tutti i presunti ambientalisti e dai cosiddetti “palazzinari” dalle facili concessioni, tutti, nessuno si presentò. Il saccheggio del tessuto urbanistico grumese parte sin dalla fine degli anni 60 per arrivare ai nostri giorni, e in tutti questi anni il verde, l’ambiente, la sicurezza sono state tematiche sventolate ai quattro venti con slogan inutili che hanno riempito solo la bocca di chi nei fatti mascherava e maschera altri comportamenti, complice una politica di sistema che ha taciuto per anni. Amici cari vogliamo ricordarne alcuni? Il famoso palazzo di Nevano andato giù, la ex caserma dei carabinieri andata giù, lo stesso terzo piano della casa comunale, gli scempi tutt’ora visibili, le aree periferiche cementificate addirittura non riconosciute ancora dalla toponomastica, le residenze con i sottoscala adibiti a fabbriche….e mentre tutto ciò proseguiva nel silenzio assoluto, i finti ambientalisti percepivano parcelle milionarie in lire su pubblici lavori che ovviamente facevano perdere di vista le tematiche dell’ambiente. Adesso, in vista del nuovo piano regolatore, nell’agone politico rispuntano le parole “degrado”, “costruzioni fatiscenti da abbattere e ricostruire”, qualcuno, tra le riga, addirittura spinge verso una vera e propria speculazione edilizia di compravendita. Ma veramente credete di proseguire su questa strada ancora a taralluccio e vino??