Domenica sera 15 dicembre mi avvio a fare una passeggiata per la città. Scendo da via Matteotti, arrivo in Piazza San Pasquale e da lontano finalmente vedo via Roma con le luminarie accese. Ho un sussulto speranzoso di incontrare tanta gente, tanti grumesi con cui scambiare saluti e parole. Si, scendendo via Roma, incontro sulla destra un artigiano indiano con la sua bottega aperta intento a sistemare pieghe ai pantaloni e cucito, mentre fuori al negozio brillano le luci. Per incontrare un’altra persona devo arrivare giù nei pressi della farmacia, i negozi ai lati sono tutti chiusi mentre in tutta Italia sono aperti, ma sulla mia testa le luci brillano e mi danno coraggio nel proseguire. Mi pongo una prima domanda prima di arrivare in piazza: forse troverò negozi aperti e gente appena svolto via Tammaro Spena? Si, sotto i portici un gruppo di pakistani sorridenti mi confortano nella speranza. Devo arrivare in piazza Cirillo per incrociare qualche coraggioso grumese e qualche negozio aperto, non prima però di ammirare il bellissimo albero di Natale illuminato e con extra comunitari a fare selfie. E se non ci fossero loro? Mi spingo più in là verso piazza Salvo D’Acquisto zona di movida, ma pure quella zona rimane un deserto nonostante le belle luminarie. Non ho voluto andare oltre e alle ore 19, non a mezzanotte, decido di tornare indietro nella speranza di incontrare qualcuno o qualche negozio aperto di cui non avevo fatto caso. No, nulla. Ma dove saranno? Decido di oltrepassare il ponte pedonale per continuare la passeggiata a Frattamaggiore: cacchio, ho incontrato più grumesi che frattesi, tutti mi dicono di essere obbligati a scendere a Fratta, Grumo non offre nulla, neanche il 15 dicembre, di domenica, 9 giorni prima di Natale. E allora mi domando ancora: se neppure il 15 dicembre Grumo da’ segni di vita, allora è finita per davvero la ex Varese del Sud? Temo proprio di si, ne siamo tutti responsabili: la politica, gli operatori commerciali, i cittadini, ognuno per la loro parte. Ovvio le responsabilità maggiori alla politica, quella politica che negli anni ha pensato e pensa soltanto alle mazzette anche di poche centinaia di euro, pensa alle case abusive da difendere e costruire, agli appalti truccati, prende vergognosamente il pacco alimentare da scambiare per un voto, si occupa della graduatoria pezzotta di un falso e bugiardo assistenzialismo sociale per chi viaggia in jeep, quella politica che si attiva a comprare voti, quella politica che deve speculare sui terreni, quella politica che si sbraccia nel mandare nelle istituzioni ciucci teste di legno, a dare incarichi importanti ad asini amministrativi, quella politica che ha voluto e vuole il potere per i propri porci comodi rendendo irriconoscibile, la nostra Grumo Nevano. Siamo tutti responsabili, chi più chi meno e il 15 dicembre del 2024 abbiamo toccato il fondo.