Gli anni 50 erano gli anni in cui si affacciava sulla scena nazionale e internazionale il Festival di Sanremo mentre a Napoli si assisteva alla performance dei cantanti napoletani che si esibivano al Festival della Canzone Napoletana nato nel 1952. A Grumo Nevano amanti del bel canto partenopeo, della musica, musicisti quasi sempre autodidatta e grumesi amanti della propria terra, ebbero la brillante idea di portare direttamente in ogni punto della città, l’ascolto della canzone classica napoletana organizzando il tutto su Carri mobili allegorici realizzati dalle mani di veri maestri e dove si esibivano i cantanti, in una cornice da esibire con orgoglio da parte degli organizzatori e principalmente dai cittadini grumesi. Il Carro creava momenti di divertimento, di gioia popolare durante l’appuntamento annuale delle festività patronali. Da bambino essendo stato residente in piazza Cirillo dove all’età di sette anni sono caduto giù dal terzo piano, 18 metri, sul selciato, riportando solo la rottura della clavicola, un miracolo per i quotidiani dell’epoca,  ho dei vaghi ricordi agli inizi degli anni 60: i suoni della fisarmonica…le canzoni..la folla ad applaudire e la voce di mia mamma che invitava i presenti in casa ad affacciarsi dal balcone, ad ascoltare. Dolci ricordi. Ad affiancare l’iniziativa del Carro allegorico, in quegli anni nella settimana dedicata alla festa, c’era il famoso concertino del martedì, sia per San Tammaro che per San Vito. Concertino che ha visto arrivare a Grumo Nevano cantanti di primo piano ai vertici nazionali in quegli anni come Little Tony, I Nomadi, Al Bano, I Dik Dik, Edoardo Vianello, Dori Ghezzi, Nada, Rita PavoneGianni NazzaroI Cugini di Campagna, tutti big di allora. Tante volte ci siamo domandati il perchè dell’abbandono di queste importanti tradizioni che hanno segnato la storia, il vissuto della nostra comunità per tanti anni: si creava un’atmosfera particolare, un’attesa all’evento che determinava tra la gente, nei ritrovi, nelle case, un piacevole discuterne insieme sui protagonisti, sullo spettacolo che sarebbe poi stato realizzato, c’era coinvolgimento spontaneo. Oggi tutto è partito dal ritrovamento da parte del nipote di un ebanista molto conosciuto in quegli anni, Carmine D’Aponte che porta lo stesso nome del nonno, di due manifesti dell’epoca, dove viene presentata ai grumesi la manifestazione con tanto di messaggi pubblicitari: pensate un pò, 70 anni fa già si usava l’adesione degli sponsor quale strumento di finanziamento delle varie iniziative.  Era il 1955, la seconda “Piedigrotta Nevanese” una festa che prevedeva la sfilata di un carro allegorico allestito da D’Aponte e progettato da Vito Ruggiero, con la collaborazione del pittore Armando Masella. La direzione artistica era affidata ad Arturo Cordato per la parte musicale. Una testimonianza storica di ciò che la nostra comunità era capace di realizzare in quegli anni, grazie all’impegno e alla partecipazione della città, alla passione e alla professionalità di veri e propri maestri di quei tempi. Lo scorso anno, era giugno 2023, nel parlare di questo evento scrivemmo che sarebbe stato bello farlo rivivere, recuperare la nostra identità storica anche attraverso eventi come questo: un amarcord per ricordare le antiche tradizioni popolari che tanto piacevano ai nostri padri, ai nostri nonni, un modo per ricordare anche loro. Ebbene si, a fine agosto non sarà soltanto una Piedigrotta Nevanese ma anche Grumese. Ad accogliere l’invito ci ha pensato il Comitato Festeggiamenti San Tammaro, in particolare l’amico Fortunato Landolfo che sta organizzando il Carro allegorico. E’ bastato un semplice ricordo ritrovato a far scattare quella voglia di riprovarci: a volte basta poco per costruire qualcosa che possa contribuire a mantenere vivi alcuni aspetti della nostra cultura popolare. Una intensa tradizione popolare che ritorna, facciamola rivivere per sempre.