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Grumo Nevano. I fatti di Genova “insegnano” alla cattiva politica, come finanziarsi una campagna elettorale con il voto di scambio meno “rischioso”

Le vicende che hanno visto coinvolti il governatore ligure Toti, politici, amministratori e imprenditori, hanno evidenziato un giro di denaro, di bonifici bancari che al momento, stando alle cronache e alla difesa del governatore, pare fossero finanziamenti di tipo elettorale tutto tracciato. Di parere diverso invece i pm che ipotizzano presunti reati ben diversi. Una sorta di voto di scambio che passa attraverso i canali istituzionali tutta da dimostrare. Tra le varie pratiche del voto di scambio più diffuse che leggiamo dalle cronache nazionali,  oltre a quelle del denaro con cifre importanti per finire alle famose 50 o 100 euro, oltre a quelle del miraggio di un posto di lavoro che da termine diventerebbe a tempo indeterminato, la terza pratica più diffusa è quella che si ipotizza in Liguria che nei fatti, per chi percorre la mala politica, è la meno “pericolosa”, la meno “rischiosa” fin quando però non si scopre: assegnare commesse, servizi, appalti lavori con procedure che, seppur legittime con affidamenti diretti previste dalle norme, sono chiaramente clientelari. Ancor più grave ad esempio come emerge in Liguria, quando questi affidamenti avvengono nelle campagne elettorali e coinvolgono direttamente o indirettamente soggetti e partiti impegnati direttamente a fare campagna elettorale. Bene fanno quei magistrati e le forze dell’ordine che alle prime segnalazioni si attivano attraverso le opportune indagini. Lasciamo da parte il giudizio di natura politica che passa soltanto attraverso una sola parola: vergogna!

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