Una delle campagne elettorali più brutte della storia politica grumese degli ultimi decenni, almeno per chi le ha vissute in prima linea. Di tutto si parla tranne che della città: ho ascoltato soltanto un elenco immaginario di banali e inflazionate promesse di tipo generiche senza conoscere dati certi per realizzarne solo uno degli slogan programmatici: quando, come, con quali soldi, e principalmente con chi, con quali presunti compagni e amici di viaggio. Sento parlare dai palchi di stabilità ma, paradossalmente, chi lo afferma ha con sè al proprio fianco, chi ha mandato a casa tre sindaci, qualcuno addirittura una decina di amministrazioni, un bel coraggio ad affermare questa stabilità con chi fa cadere pure i grattacieli nipponici. Qualcuno almeno ha avuto la decenza nelle sue parole di dire “Bè li conosciamo ma non facciamo i nomi” perchè lui doveva essere forse il capolista di chi detiene il record dei sindaci mandati a casa, una forma di pentimento autobiografico. La competizione politica che stiamo vivendo va avanti tra querele e assalti verbali nel tentativo, nel caso della querela, di limitarne la democrazia di espressione, ma qualcuno deve rendersi conto che la politica è ben altra cosa che cercare di porre bavagli. Così come nel caso dell’assalto verbale nel tentativo di zittire e, per certi versi, limitare la libertà di espressione, nei modi e nei contenuti: non va bene, tutti sono liberi di esprimersi come vogliono nel pieno rispetto della dignità delle persone, seduti, alzati, urlando ad alta voce o meno, è il sale della democrazia. Altro capitolo le insistenti voci che circolano in città sulla pratica del voto di scambio per la quale tutti i candidati hanno lanciato appelli: noi lo ribadiamo ancora più forte rivolgendoci alle forze di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, è su questo terreno che occorre garantire un voto pulito e non falsato, in difesa della legalità e della democrazia, in tutte le sedi pubbliche e private, nelle periferie, nei grossi bacini d’utenza pubblica.