“IO, NOI…RAFFAELE VIVIANI”: L’IMPEGNO TEATRALE CONTRO DEGRADO E INDIFFERENZA

a cura di Caterina Flagiello

L’arte, il teatro, la poesia per aprire nuove strade all’impegno sociale, alla cultura, alla solidarietà scoprendo autori e messaggi che fanno parte del retroterra esistenziale della nostra comunità: un itinerario che si percorre con lo spettacolo “Io, noi…Raffaele Viviani” presentato dall’associazione Ali e Radici e messo in scena da Luca Napolano ed Elisabetta Mercadante, per la regia di Luca Napolano. Il nuovo lavoro del gruppo, dopo quello dedicato nei mesi scorsi ad E. A. Mario, andrà in scena sabato due marzo alle ore 20.30, al teatro Don Guanella di Napoli, nel quartiere di Miano, terra difficile che esalta il bello e l’impegno per la legalite e l’inclusione.

In scena, oltre a Luca Napolano ed Elisabetta Mercadante, la cantantessa Barbara Lombardi, il cantante Gennaro Sacco, l’attore Sergio Priante, la partecipazione dell’attrice eduardiana Lidia Ferrara e la partecipazione straordinaria dell’attore Angelo Di Gennaro. Alla fine dello spettacolo ci sarà una chicca che vedrà in scena l’attrice Anna Maria Ackermann.

Luca Napolano è un musicista interprete di un genere che ha portato Napoli sotto i riflettori mondiali “il recitar cantando” o meglio “la canzone di giacca”, al quale ha dedicato i suoi studi a partire dall’età di otto anni, quando è stato allievo del regista e attore Alfonso Guadagni con il quale è andato in scena con diversi spettacoli, tra cui “Io, Raffaele Viviani.” Storie di vicoli e di guapparia, è stato successivamente tra gli attori protagonisti del film “Bruciate Napoli” per la regia di Arnaldo Delehaye, attore protagonista Mariano Rigillo.

Per i cento anni dell’attore Nino Taranto è stato in tournee come interprete e musicista con il nipote Corrado Taranto nello spettacolo “zii papà, papà zii zio”.

Si è dedicato inoltre alla rivalorizzazione della canzone classica napoletana e dei luoghi che ad essa hanno reso l’immortalità, come il quadrato degli uomini illustri, cimitero dove risiedono le spoglie di coloro che hanno illuminato da sempre la cultura partenopea, tra cui Raffaele Viviani, Saverio Mercadante, Ermete Giovanni Gaeta più conosciuto come E.A. Mario. Insieme al Magistrato Catello Maresca, ha girato un documentario proprio nel quadrato degli uomini illustri, riportando alla luce tanti miti e leggende legati a tale cultura.

Elisabetta Mercadante, sua compagna di vita e di scena, proviene dagli studi classici di una delle più famose Accademie al mondo la “Pietro Scharoff” di Roma, fondata dall’attore Aldo Rendine e diretta per molti anni dall’attore Lando Buzzanca e dal Maestro Luigi Rendine.

Attrice protagonista in molti spettacoli teatrali, tra cui “girotondo” di A. Schnitzler per la regia di Luigi Rendine, “una natura enigmatica” di A. Cechov per la regia di Sergio Ammirata, direttore artistico del teatro Anfitrione di Roma, “Agamennone” di Eschilo, per la regia di Luigi Rendine, “Antigone” di Sofocle, per la regia di Vera Cavallaro, Jacopo Cavallaro e Francesco Russo. Dottoressa in legge, si prefigge di portare in scena, da diversi anni, la promozione dei principi noetici posti a fondamento dei principali diritti umani.

Da questo connubio è nata la conferenza spettacolo “Io, noi…Raffaele Viviani”, che tratta una serie di temi per la promozione dei diritti umani, tra cui, il più importante diritto alla vita, attraverso “ ‘a canzone d’ ‘a fatica” una denuncia alle morti bianche.

Tratta inoltre, seppur con ironia e sarcasmo, la tragedia sempre attuale del femminicidio con la canzone “ ‘o guappo ‘nnammurato”.