Antonio Juliano, un altro pezzo di storia del Napoli vola tra le braccia del Signore. Peppino Landolfo “Quanti ricordi, quante sfide al dominio delle squadre del nord, lui da napoletano verace e grande capitano”

Un’altra brutta notizia mi arriva oggi con la scomparsa di una delle bandiere più importanti che hanno fatto la storia del Calcio Napoli, Antonio Juliano, Totonno per noi ultras e tifosi della squadra azzurra. Quel numero 8 sui colori azzurri che ci ha regalato infinite emozioni anche quando da dirigente fu essenziale protagonista per la venuta a Napoli di Diego Armando Maradona, da lui convinto a lasciare Barcellona. Totonno convinse Diego parlandogli semplicemente non tanto da calciatore, ma da napoletano verace, descrivendo a Diego la passione, l’amore, la grandezza della città e del tifo partenopeo che poi gli avrebbe tributato fino ad oggi tutto il bene di questo mondo. Anche se non fa parte della rosa dei calciatori che hanno vinto quel primo scudetto, Juliano l’ha vinto costruendo la base di quella che poi divenne la squadra più forte di tutti i tempi. Centrocampista di classe ha pagato lo scotto di giocare a Napoli in un momento storico quando lo strapotere delle squadre del nord determinava anche le scelte per la Nazionale per la quale ebbe pochissime occasioni. Totonno Juliano ha dimostrato di avere classe da vendere anche da dirigente e nella sua vita privata riservatissima. L’ho incontrato personalmente diverse volte quando frequentavo gli spogliatoi, sempre garbato e professionale anche nel dialogare con la tifoseria. Quanti ricordi, quante sfide tra pianti di gioia e lacrime da sconfitti, in particolare negli anni di Louis Vinicio allenatore quando Totonno Juliano andò vicinissimo alla conquista dello scudetto, ma la zampata di Josè Altafini, “Core ingrato” per i tifosi con la maglia della Juventus al 92esimo spezzò il sogno di tutti noi. Ciao capitano, abbraccia per noi tutti i calciatori azzurri che troverai in Paradiso. Un tuo grande estimatore, Peppino Landolfo.