Si terrà sabato 2 aprile alle ore 18.30 la Consacrazione della Chiesa e dell’altare della parrocchia San Vincenzo Ferreri di Sant’Antimo (NA). Celebrerà il Vescovo di Aversa Sua Ecc.za Mons. Angelo Spinillo.
Si svolgerà sabato 2 aprile 2022 alle ore 18.30 la solenne celebrazione Eucaristica di Dedicazione della chiesa e dell’altare della parrocchia San Vincenzo Ferreri. Celebrerà Sua Ecc.za Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa e Presidente della Commissione Episcopale per il Laicato. La chiesa di San Vincenzo Ferreri è situata in Via Giacinto Gigante, tra i rioni 167 e 219. Un territorio molto popoloso ma difficile, nel quale la parrocchia si distingue come presidio di legalità. Il tessuto parrocchiale è arricchito da numerosi gruppi ed associazioni, nessuno dei quali è parte separata della comunità, ma tutti insieme costituiscono la comunità. Realtà ed espressioni che, sforzandosi di essere testimoni credibili, rappresentano un autentico esempio di vita cristiana. Costruito all’inizio degli anni Novanta, l’edificio è stato oggetto di un profondo restauro: è stata realizzata la Sede per il celebrante, che mancava nella costruzione originaria, mentre l’ambone, l’altare ed il fonte battesimale, sono stati ridisegnati in pietra di Apricena. Una nuova struttura che coniuga leggerezza e solidità ed abbatte le barriere tra celebrante ed assemblea. Per il rito della consacrazione dell’altare il Vescovo collocherà al centro di esso le reliquie (ex ossibus) di tre santi martiri: Felice, Alessandra e Fortunato.
Premessa
Anche se si non si tratta di un vero e proprio adeguamento liturgico, la presente proposta di ridisegno dei fuochi liturgici per la chiesa parrocchiale di san Vincenzo Ferreri in Sant’Antimo, ha mosso i suoi passi a partire dalla nota pastorale dei vescovi italiani riguardo appunto l’adeguamento liturgico.
La chiesa parrocchiale oggetto del presente lavoro è stata costruita ed eretta canonicamente all’inizio degli anni novanta costruita con i fondi della legge 219/81 ed ubicata all’interno dei rioni 167 e 219 di Sant’Antimo (Na). La sua attuale configurazione rispetta quasi pienamente l’altra nota dei vescovi riguardante la costruzione di nuove chiese. Ad aula unica, in essa sono riconoscibili i cosiddetti “fuochi liturgici” anche se in realtà non sono trattati come veri e propri “luoghi”. A tal proposito giova ricordare quanto riportato in una delle citate note pastorali:
La disposizione generale di una chiesa deve rendere l’immagine di una assemblea riunita per la celebrazione dei santi misteri, gerarchicamente ordinata e articolata nei diversi ministeri, in modo da favorire il regolare svolgimento dei riti e l’attiva partecipazione di tutto il popolo di Dio.
Per natura e tradizione lo spazio interno della chiesa è dunque studiato per esprimere e favorire in tutto la comunione dell’assemblea, che è il soggetto celebrante. L’ambiente interno, dal quale deve sempre partire la progettazione, sarà orientato verso il centro dell’azione liturgica e scandito secondo una dinamica che parte dall’atrio, si sviluppa nell’aula e si conclude nel “presbiterio”, quali spazi articolati ma non separati. Tale spazio è in primo luogo progettato per la celebrazione dell’eucarestia; per questo è richiesta una centralità non tanto geometrica, quanto focale dell’area presbiteriale, adeguatamente elevata, o comunque distinta rispetto all’aula.
Del resto, lo spazio deve rendere possibile l’organico e ordinato sviluppo, oltre che della messa, anche degli altri Sacramenti (battesimo, confermazione, penitenza, unzione degli infermi, ordinazione e matrimonio) e sacramentali (funerali e liturgia delle ore, benedizioni), con il margine di adattabilità che la prassi pastorale può esigere.
Inoltre, i sistemi fissi di accesso e i percorsi per la circolazione interna, come pure la disposizione dell’arredo (banchi e sedie) della zona dei fedeli devono facilitare i vari movimenti processionali e gli spostamenti previsti dalle celebrazioni liturgiche nonché l’agevole superamento delle barriere architettoniche.
Per prima cosa, nella chiesa vanno sottolineate le grandi presenze simboliche permanenti: l’altare, l’ambone, il battistero e il fonte battesimale; seguono poi il luogo della penitenza, la custodia eucaristica e la sede del presidente.
Unitamente a queste, sono da progettare gli spazi per i fedeli, per il coro e l’organo e la collocazione delle immagini.
La proposta progettuale
La proposta di ridisegno dei fuochi liturgici della Parrocchia san Vincenzo Ferreri in Sant’Antimo ha una ragione propriamente tecnica: la mancanza di una Sede per il celebrante che presiede l’assemblea; ed un’altra squisitamente formale: il ridisegno dell’ambone, dell’altare e del fonte battesimale esistente.
Punto focale della nuova progettazione è stato quello di assumere l’altare come principio ispiratore: un unico blocco di pietra apricena sommariamente sbozzato e piazzato al centro del presbiterio, vero fuoco dell’intero spazio liturgico.
Potenza del luogo che incarna la Presenza del Cristo.
Il ridisegno dei fuochi liturgici muove dalla consapevolezza che questa carica insieme simbolica e linguistica che l’altare oggettivamente emana, assume nell’ambone e nel fonte battesimale esistenti, un carattere ibrido e irrisolto. Un’assunzione radicale del luogo del battesimo nel caso della vasca per quanto riguarda il tema del fonte e quella accentuata del concetto di tribuna per l’ambone.
A partire da queste considerazioni, la proposta progettuale si riassume nella creazione di un nuovo Altare, una nuova Sede, di un nuovo Ambone e di un nuovo fonte battesimale.
L’ambone
E’ formato da tre grandi lastre in pietra apricena a comporre una pianta a C in cui le due laterali sono “spezzate” visivamente da quella centrale ma raccordate ad essa tramite profili della stessa pietra. Il tutto a comporre un’idea progettuale per un ambone che si muova tra solidità e leggerezza, nel rispetto della nota pastorale sulla sua correlazione formale con l’altare (correlazione perseguita anche nell’utilizzo del materiale) e del suo essere luogo della Parola in prossimità dell’assemblea.
Sulla lastra centrale è presente una raffigurazione simbolica dei quattro Evangelisti.
La Sede
La sede è il luogo liturgico che esprime il ministero di colui che guida l’assemblea e presiede la celebrazione nella persona di Cristo. Deve pertanto essere visibile da tutti e in comunicazione diretta con l’assemblea.
L’idea progettuale è stata quella di ricavarne la sua forma più propria, tramite lo “scavo” di una grossa pietra apricena. Una scelta che testimonia l’intento di evitare l’immagine del “trono” sfrondandola quindi di ogni attributo di “potere” e “regalità”.
Il Fonte Battesimale
Di classica forma ottagonale, a richiamare il vecchio battistero, è composto da blocchi di pietra apricena che, opportunamente sovrapposti sul piano verticale, formano un disegno “a fasce”.
Sottili scanalature separano i diversi pezzi della composizione.