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Peppino Landolfo “Il dramma Nicole Gee e la mediocrità dei leader governativi internazionali in politica estera e difesa”

Appena una settimana prima dell’attentato all’aeroporto di Kabul, la marines Nicole Gee era stata fotografata con un bimbo afghano tra le sue braccia. La foto aveva fatto il giro del mondo sui social, uno scatto che racchiudeva tutto il dramma vissuto dal popolo afghano con i militari statunitensi rimasti sul fronte a cercare di salvare e portare via da quell’inferno, quante più persone possibili. Poi i kamikaze, le esplosioni annunciate qualche giorno prima dai servizi, hanno spezzato la vita di Nicole e di altri 12 giovani marines americani oltre a 150 civili afghani tra uomini donne e bambini. Una strage che porteranno sulla coscienza i leader internazionali tutti, mai così di basso livello in termini di politica estera e difesa. Leader europei ed occidentali trattati da zerbini da un presidente americano incapace di gestire la crisi afghana, con errori strategici clamorosi, a partire dalla diffusione della data di partenza del contingente americano. Mai lo scacchiere internazionale vede sedere ai tavoli ministri e delegati alla politica estera e di difesa, di un livello bassissimo rispetto ai grandi del XX secolo. Siamo arrivati al punto che mentre in Afghanistan i talebani entravano a Kabul in poche ore, il presidente Biden era nella sua residenza estiva e si è mosso solo le ultime ore, Macron e Merkel pensavano solo a far evacuare i loro connazionali e il “nostro” Di Maio era tranquillamente in spiaggia e presente solo ieri per la passerella mediatica a ricevere gli ultimi italiani giunti in aeroporto, Draghi impegnato nei green pass, tutti gli altri a pronunciare parole di circostanza mentre si vanificava nel sangue il sacrificio di Nicole Gee e le speranze di tanti bambini e donne afghane. Che Dio ci aiuti.

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