di Peppino Landolfo. Descrivere i contenuti, i messaggi, le emozioni che caratterizzano la stesura di uno scritto, non è mai cosa semplice e si rischia di esprimere pareri scontati, specialmente nel caso in cui, chi lo realizza, è un amico, uno della cosiddetta “strada” come lo stesso autore si identifica nel titolo dell’opera. Quando Camillo Del Prete mi ha omaggiato del suo primo libro autobiografico, la sera, seduto sul divano di casa mia, praticamente nella camera situata al piano sottostante alla sua dimora, ho cercato di leggerlo tutto di un fiato. Non ci sono riuscito perché, ad ogni spaccato di vita vissuta descritta da “Kappa”, mi ritornava alla mente quel momento storico, quegli anni, quei ricordi, quelle emozioni, quei sogni che tutti noi della generazione post sessantottina abbiamo vissuto con passione, ideali, gli entusiasmi e le ansie di una giovinezza oggi volata via solo per questioni anagrafiche, ma, sono certo, ancor presente nello spirito e nell’animo di chi idealmente e, per analoghe esperienze vissute, si riconosce nella sostanza del messaggio del racconto. Un continuo susseguirsi di racconti di vita privata, familiare e professionale per certi versi simili a tutti quelli che hanno vissuto e vivono la “strada” con gioia, ottimismo, speranza. Era d’obbligo quindi fermare la lettura giusto il tempo per immergersi nei propri ricordi. Il messaggio positivo che ho colto, è un messaggio diretto in particolare ai tanti giovani “Kappa”, un messaggio sicuramente da condividere e divulgare. C’è tanto bisogno di far crescere il seme dell’ottimismo verso quella voglia di realizzare un proprio sogno, avendo come punti di riferimento, quei valori e gli insegnamenti dei nostri genitori. Lungo la sua “strada” “Kappa” né ha fatto tesoro e nel libro lo afferma con orgoglio, con la consapevolezza di aver realizzato i propri sogni, primi su tutti, gli amori e gli affetti familiari. 
GRUMO NEVANO. “Kappa e la strada” autobiografia di un sognatore, Camillo Del Prete
