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GRUMO NEVANO. DISSESTO PER I BILANCI 2014-2018. A DI BERNARDO (2019 sei mesi) NON HANNO PERMESSO IL SALVATAGGIO

Dopo la dichiarazione di dissesto finanziario deliberata dall’attuale commissario straordinario Dott.ssa Anna Manganelli, ogni “politico”  ha detto la sua, tanto da far intervenire nella discussione l’ultimo sindaco in ordine cronologico, Gianco Di Bernardo per difendersi da calunnie e falsità” come ha scritto sul suo profilo Facebook. Ricordiamo che in appena sei mesi, Di Bernardo non gli hanno dato il tempo di votare nessun documento finanziario, nessun bilancio di quelli presumibilmente “colpevoli” di un dissesto finanziario che invece si è formato, di fatto, esclusivamente negli anni precedenti al 2019. Per normativa gli ultimi cinque anni saranno interessati e passati al setaccio dalla Procura della Corte dei Conti, i documenti finanziari a partire dal 2014 e fino al rendiconto del 2018.  C’è da sottolineare che Gianco Di Bernardo non avendo alcuna responsabilità per i disastri precedenti, poteva tranquillamente lavarsi le mani e, appena insediatosi, dichiarare il dissesto ripartendo da zero. Ciò, occorre dirlo, non l’ha fatto, mettendo in primo piano gli interessi collettivi salvaguardando i cittadini dagli effetti negativi che avrebbe prodotto un dissesto finanziario. Allora ha cercato di rimediare con un piano di rientro di un debito che poteva essere sostenuto e azzerato in pochi anni. Era chiaro che il piano di rientro, cosi come per tanti bilanci precedenti, rischiava di avere un parere sfavorevole dei revisori, ma i “politici” hanno dimenticato che tale parere non era vincolante in funzione dell’accettazione del piano dalla Corte dei Conti che, in piena autonomia, doveva rileggere le carte e decidere se era o meno sostenibile. Quel piano, per andare alla Corte dei Conti per l’approvazione, doveva essere votato prima in consiglio comunale la sera del 4 dicembre 2019, un estremo tentativo di evitare il dissesto. Quella sera, purtroppo come tutti sanno, a partire dagli “scienziati”, 9 consiglieri comunali presentarono una sfiducia al sindaco sottoscritta davanti ad un notaio, il piano non fu votato, ponendo così fine ad ogni speranza di evitare il dissesto finanziario. Questa la cronologia dei fatti e delle procedure tecniche, il resto delle cattive e fantasiose interpretazioni le lasciamo ai “politici” e agli “scienziati”.

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