Colpo di scena nell’inchiesta sul sequestro dell’Italy Village, il centro turistico degli svedesi di Baia Domizia. Dopo il sequestro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, confermato anche dal tribunale del Riesame, la Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento rispedendo gli atti al giudice di secondo grado per una nuova pronuncia. La decisione è arrivata dopo il ricorso presentato da 34 proprietari (che sono di Caserta, Aversa, Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, Mondragone, Santa Maria Capua Vetere, Lusciano, Villa Literno oltre che della provincia di Napoli) che è stato accolto dalla terza sezione della Corte di Cassazione.
Le unità immobiliari oggetto di sequestro fanno parte di una struttura denominata “Italy Village”, di proprietà di una s.r.l. facente capo all’unico socio, Luigi Mennillo (il quale, nel 2014, aveva rilevato l’intera quota di partecipazione della società proprietaria), comprensiva di 227 villette, distinte in categorie separate a seconda della tipologia, realizzate previo titolo abilitativo rilasciato nel 1966, con ultimazione dei lavori nel 1968.
La destinazione urbanistica originaria viene indicata come quella di “villaggio turistico a gestione unica”, denominato “Centro turistico per lavoratori svedesi”. “Dopo l’acquisto da parte della società dell’indagato – scrivono gli ermellini – veniva effettuato il frazionamento dell’unica unità immobiliare, costituendo autonomi subalterni, ciascuno comprendente ogni singola villetta facente parte del villaggio turistico, alla quale veniva attribuita una categoria catastale residenziale A/4 in luogo di quella originaria D/2, indicante destinazione d’uso ricettiva con scopo di lucro, per poi essere successivamente venduta a terzi. I ricorrenti, sostanzialmente, affermano che gli immobili erano stati originariamente assentiti come abitazioni e come tali accatastate con categoria A/3, mentre la successiva variazione in D/2, intervenuta nel 1995, sarebbe del tutto illegittima e sarebbe stata attualmente ripristinata con l’attribuzione della categoria A/4. Si assume, conseguentemente, che gli immobili sarebbero conformi alla destinazione urbanistica, residenziale\turistica, attribuita fin dal 1972 e sarebbero comunque riconducibili alla categoria delle strutture ricettive extralberghiere definite come “casa vacanze””.
E secondo i giudici di Cassazione questi elementi non sarebbero stati presi in assoluta considerazione dai giudici del Riesame. “Il Tribunale non ha fatto buon uso dei principi in precedenza richiamati, limitandosi a rilevare la astratta configurabilità del reato senza alcun confronto con le doglianze formulate dalla difesa dei ricorrenti, che neppure vengono menzionate”. Per questo motivo viene disposto il rinvio ai giudici di secondo grado per un nuovo giudizio sulla vicenda.
fonte www.casertanews.it