FUTURO E LAVORO, LE OPPORTUNITA’ ARRIVANO DALL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Su queste pagine abbiamo già parlato delle opportunità di inserimento nel mondo del lavoro dei giovani del territorio e degli incentivi per le startup. Oggi ci concentreremo sul grande tema dell’innovazione tecnologica e della rivoluzione digitale cercando di scoprire quali saranno le figure professionali più richieste nel futuro prossimo e quali i settori in grado di offrire i migliori sbocchi lavorativi. Il mercato del lavoro è in continua e rapida trasformazione. Basti pensare che il forum di Davos prevede la perdita di oltre 7 milioni di posti (la maggior parte in posizioni amministrative) entro il 2020 e nuove assunzioni nel campo delle tecnologie, della gestione dati e nella matematica per due milioni di persone. Nuove figure professionali entreranno quindi nella nostra quotidianità e porteranno i giovani del territorio a specializzarsi in settori ancora tutti da esplorare. Un’altra ricerca realizzata da FastFuture per conto del governo britannico ha infatti individuato 20 nuove professioni che nasceranno o si svilupperanno nell’arco del prossimo decennio. Ma quali saranno i lavori del futuro? Tecnologia e sanità sono ormai diventati un binomio imprescindibile. Proprio in questo campo potrebbero svilupparsi due nuove figure professionali: la prima è quella del costruttore di parti del corpo. Già oggi assistiamo a operazioni di ricostruzione e microchirurgia estremamente avanzate. Nei prossimi anni i costruttori di parti del corpo realizzeranno arti, protesi, tessuti sempre più vicini a quelli creati dalla natura. Sempre nel campo della sanità si muoverà il nanomedico. Le nanotecnologie fanno passi da gigante e in futuro potrebbero dar vita a una serie di strumenti in “nanoscala” subatomica, inserti e processi in grado di rivoluzionare le cure mediche e l’assistenza sanitaria. Trattamenti che necessiteranno di esperti in nanomedicina. Discorso a sé merita lo sviluppo della realtà virtuale. Sia nella versione immersiva che in quella meno coinvolgente, la VR ha assunto una posizione di primo piano nel mondo dell’intrattenimento. Basti pensare alle scelte di aziende leader di mercato come PokerStars che hanno recentemente lanciato le proprie soluzioni di realtà virtuale in grado di migliorare l’esperienza di gioco degli appassionati e all’arrivo sui nostri pc di nuovi titoli come “The Elder Scrolls V: Skyrym VR” di Bethesda e “Beat Saber” di Frontier Development. Videogames che oltre ad aumentare il divertimento hanno creato un vero e proprio filone professionale di sviluppatori e di beta-tester già ampiamente inseriti negli staff aziendali. Ma l’importanza della realtà virtuale va ben oltre il settore del gaming: in molti contesti è anche uno strumento di lavoro. Esempio lampante quello dell’ambito ospedaliero dove, grazie ai visori, essa viene utilizzata per l’addestramento dei medici più giovani che possono seguire le operazioni direttamente con gli occhi del chirurgo. Per non parlare del campo del design e dell’architettura, sempre più orientato alla creazione di rendering in 3D di progetti e abitazioni. Estremamente interessanti anche le possibili applicazioni nel campo dell’apprendimento. Una nuova figura professionale sarà quella del manager di avatar per l’insegnamento: un professionista in grado di aiutare o sostituire gli insegnati in carne e ossa per guidare “da remoto” gli studenti nello studio e nel completamento del percorso scolastico. Oggi viviamo in un mondo sempre più informatizzato e in cui ogni minuto vengono creati, elaborati e condivisi milioni di dati. Proprio il campo della gestione di queste informazioni e dei dati sensibili sarà uno dei più importanti per assorbire nuova forza lavoro. I data manager, i professionisti in cyber security o veri e propri data scientist saranno sempre più protagonisti in un mondo che vive di transazioni virtuali e di smart contract. Un nuovo trend letto anche dall’Università italiana che negli ultimi anni ha creato due corsi di laurea triennale e tre di laurea magistrale incentrati sulla data science. Serviranno anche ottime competenze gestionali e relazionali ai project manager del futuro. In un mondo in continua evoluzione chi decide di fare impresa e scrivere progetti, magari con l’idea di ottenere un finanziamento, si trova spesso senza conoscenze adeguate e preparazione per realizzare la propria idea. Qui entra in gioco la figura del project manager, il professionista che deve occuparsi della pianificazione, dell’esecuzione e del controllo dell’intero percorso, dalla fase iniziale a quella realizzativa. E se le skills necessarie sono diverse da settore a settore, quello che non deve mai mancare è la capacità di saper interpretare gli scopi reali del progetto e stabilire la strategia migliore per conseguirli.