Più cibo buono che rifiuti tra la spazzatura. Uno spreco che è uno schiaffo alla miseria, ma anche un modello alimentare da cambiare. A farsi portavoce di questa realtà presente tra i cumuli di rifiuti natalizi l’assessora all’Ambiente del Comune di Aversa, Marica De Angelis che ha affermato: «Mentre con il Nucleo ambientale controllavamo i lavori di rimozione dei cumuli di indifferenziato prodotti in questi giorni, riflettevo sulla straordinaria quantità di scarti alimentari abbandonati in strada». «In più di un caso – ha continuato l’esponente dell’esecutivo normanno – ho verificato la presenza di cibo intatto probabilmente avanzato o peggio mai consumato e gettato direttamente. Uno spreco assoluto. Forse una riflessione su questo andrebbe fatta. Dovremmo sostituire tali modelli di consumo alimentare volti allo spreco, in favore di atteggiamenti di consumo più sostenibili. Pensiamoci per i futuri banchetti ad iniziare da quello di domani sera». Richiamando e ricordando, poi, la circostanza della chiusura dello Stir (il luogo dove depositare i rifiuti raccolti in città) il primo dell’anno, De Angelis cerca di risvegliare la sensibilità sul tema dello spreco alimentare che caratterizza i nostri attuali modelli di consumo. «Bisogna sensibilizzare e ricordare alla collettività – conclude la responsabile del settore igiene urbano cittadino – che vi sono altri modi decisamente più civili e più rispettosi dell’ambiente per “liberarsi” del cibo in più. Intanto una spesa più consapevole e poi le occasione per dare a chi non ha, sempre, ma soprattutto in occasioni particolari come questa delle festività natalizie». «Vorrei esprimere il disappunto da parte della Caritas – gli fa eco il responsabile dell’istituzione assistenziale aversana don Carmine Schiavone – circa lo spreco enorme di cibo in questi giorni di festa. Cibo ridotto a spazzatura. Forse un passaggio per la mensa diocesana dei poveri riuscirebbe a dare maggiore consistenza al nostro appello a direno allo spreco. Il fatto che ci siano tante famiglie ancora in fila per un pasto caldo ci spinge ad esprimere il nostro disappunto per questo errato comportamento di molti».