Tre persone, padre e due figli appartenenti ad una nota famiglia di imprenditori di Afragola, sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord per il reato di bancarotta fraudolenta. Il padre 64enne è finito in carcere mentre i figli ai domiciliari; l’ulteriore misura cautelare del divieto di dimora in Campania è stato notificata ad un macellaio residente a Napoli, cui era intestata la società dal cui fallimento sono partite le indagini.
Nel mirino degli inquirenti una società della famiglia, fallita una decina di anni fa e operante nel settore delle costruzioni di infrastrutture ferroviarie, da sempre core business degli imprenditori partenopei, che hanno spesso lavorato con RFI, società del Gruppo Ferrovie dello Stato. Dopo l’arrivo di un’interdittiva antimafia, la società ha iniziato la fase critica. Per proseguire l’attività e soprattutto continuare a lavorare con lo Stato, hanno accertato i finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore guidati da Gravina con il coordinamento della Procura di Napoli Nord diretta da Francesco Greco, gli arrestati crearono una nuova società, che fu intestata ad un macellaio di Napoli. Per gli inquirenti si sarebbe trattato di un fallimento pilotato, ovvero di una bancarotta. Oggi le Fiamme Gialle hanno anche sequestrato a Casoria lo stabilimento dove avveniva la produzione, con macchinari per milioni di euro; la gestione è stata affidata ad un custode giudiziario. Sotto sequestro sono finiti inoltre beni riconducibili agli indagati, in particolare un appartamento, una Porche Carrera e a somme per 56mila euro.