Non è trascorso neppure un mese eppure i radical chic che oggi hanno la fortuna di lavorare, dalla sanità alla scuola – roccaforte del clientelismo degli anni 70 e 80-, pacchi raccomandati in epoca craxiana, tutti a danno di tanti giovani disoccupati che non avevano faccendieri in paradiso, dei quali tanti senza concorsi ne titoli, ma solo grazie al paraculismo politico o a qualche faccendiere vicino od esponente locale o nazionale del famoso pentapartito che ha distrutto l’Italia insieme al PCI, DC-PSI-PLI-PRI-PSDI, stanno scaricando di tutto e di più sull’attuale governo, in particolare su Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Dal fango e dalle menzogne che leggo in giro sui media e sui giornali, dal fascismo, al nazismo e alle varie cazzate che sputano fuori questi soggetti, da uomo di destra che ha vissuto in prima linea subendo discriminazioni e violenze in quegli anni 70 e 80, anni che aprivano le porte al lavoro solo se avevi la tessera della DC o del PSI o del PCI, quelli del famoso debito pubblico che oggi stiamo subendo pagandone la conseguenze, conoscendo la storia dei tanti soggetti italici e locali che stanno buttando veleno e fango senza attendere almeno periodo di tempo ragionevole per dare giudizi, ho voluto intervenire e dire la mia. Purtroppo per loro, questi raccomandati che per anni hanno vegetato e continuano a vegetare nella pubblica amministrazione, specialmente nelle Asl e nella pubblica istruzione, scroccando stipendi da capogiro, hanno paura di perdere benefici acquisiti senza meriti, coperti da un sistema marcio che dagli anni del famoso CAF, ha soltanto prodotto macerie la la Nazione Italia, quindi, c’era d’aspettarsi che oltre a vomitare cacca sul nuovo governo, non possono fare. Ma stavolta, a sentire il popolo, ovvero quel popolo che non hanno mai ascoltato, hanno sbagliato strategia e presto dovranno o cambiare idea e riconvertire il proprio paraculismo, o stare definitivamente zitti. Per il momento i sondaggi parlano chiarissimo e le poche mosse sono state accettate positivamente dalla gente, quella che conta.