fonte Marco Di Caterino www.ilmattino.it Lo scandalo al Comune di Grumo Nevano. Primo round giudiziario per il sindaco Pietro Chiacchio, per l’ex primo cittadino Vincenzo Brasiello, per il comandante della polizia municipale Luigi Chiacchio, nonché responsabile del settore ecologia, e per il vigile urbano Antonio Pascale, arrestati quattro giorni fa dai militari della guardia di finanza del gruppo di Giugliano, diretto dal colonnello Antonio Vernillo, per peculato, turbata libertà degli impianti, frodi nelle pubbliche forniture, abuso d’ufficio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, assenteismo, reati per i quali il pubblico mistero Stefania Faiella, della procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, aveva chiesto le misure cautelari al gip del tribunale di Napoli Nord.
Già un anno fa Pietro Chiacchio e Antonio Pascale, insieme ad un agente della penitenziaria, in servizio presso la Procura di Napoli Nord era stati arrestati con l’accusa di corruzione, favoreggiamento personale, rivelazione di segreto d’ufficio e falso. Ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabrizio Finamore, davanti ai quali il sindaco e il vigile urbano si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre Vincenzo Brasiello , ex sindaco e Luigi Chiacchio comandante della polizia municipale hanno risposto alle domande del gip e a quelle poste dal pubblico ministero. «Il mio assistito – dice l’avvocato Domenico Di Donato legale di Luigi Chiacchio – si è difeso, documenti alla mano, spiegando al gip e al pubblico ministero il suo ruolo nella vicenda, che era quello firmare le determini di spesa, la cui genuinità e correttezza era compito di Pascale. E anche la nomina di qust’ultimo nella commissione della stazione unica appaltante, che ha assegnato la gara di appalto alla ditta Capasso Group, è avvenuta anche su parere favorevole all’allora commissario prefettizio che reggeva le sorti del Comune, e l’atto di nomina contestato dalla procura, non riportava la figura di Pascale come funzionario del comune, ma bensì il cognome era preceduto da un semplice sig. Per questo abbiamo chiesto la revoca degli arresti domiciliari». Una richiesta sulla quale il pm Stefania Faiella ha espresso parere negativo. Il gip si è riservato di decidere. La vera battaglia per tutti gli indagati avverrà nel corso dell’udienza del Riesame.