Era il 26 Ottobre 2017 quando la Guardia di Finanza di Giugliano eseguì una ordinanza di arresto domiciliare per Pietro Chiacchio, sindaco della città. Da quel giorno siamo “amministrati” da un esecutivo ed una maggioranza con a capo un vice sindaco che dal popolo non ha preso un solo voto.
Dopo l’arresto, in tanti erano certi che si trattasse di cosa di poco conto e presto tutto si sarebbe risolto, ma ogni giorno che passava, ci si è resi conto invece che la situazione non era di poco conto. Chi ha seguito le vicende a partire dagli avvisi di garanzia per finire agli arresti del sindaco e di Antonio Pascale, ha capito sin dall’inizio che ci voleva molto tempo. Le indagini, come sempre, si rivelano complesse quando occorre acquisire documenti e prove e i tempi della giustizia italiana non sono così veloci. Come non si esclude che gli inquirenti, in questi lunghi mesi, abbiano allargato il loro raggio d’azione in altri filoni per ottenere risultati più ampi. Ma a prescindere dalle questioni giudiziarie, Grumo Nevano vive l’assenza di un sindaco eletto dal popolo in maniera drammatica. La macchina amministrativa arranca, le condizioni di degrado della città sono sotto gli occhi di tutti, si profilano altri capitolati d’appalto vessatori in termini di bollette come quella dei rifiuti, si profila un bilancio lacrime e sangue e una situazione economica globale non certa serena, per le casse comunali e per le famiglie in generale. 7 mesi “amministrati” da un gruppo di persone senza alcuna visione di tutela degli interessi pubblici ma soltanto il mantenimento e la gestione delle loro rendite di posizione politica e amministrativa. Vi ricordiamo che l’esecutivo del vice sindaco Carmine D’Aponte, Mario Lamanna, Carmela Giametta, Gennaro Serra, Rossella D’Angelo è tenuto in vita dai voti della maggioranza formata da Gennaro Brisetti, Rino Maisto, Pina Chianese, Enzo Liguori, Anna Di Matteo, Pasquale D’Angelo, Gianpiero De Santis, Guido Miele, Angelo Rennella.