Ormai lo hanno capito un pò tutti, almeno quelle persone che seguono le vicende amministrative e politiche. Certo non si scopre l’acqua calda, ma certamente emerge un falso impegno sociale, la bugia di aggrapparsi alla inflazionata frase “lo faccio per il bene della città”: una balla colossale perchè scopriamo che l’unico bene al quale si ambisce è il proprio.
Si cari lettori, balle colossali perchè il voler bene alla propria città, alla base di un percorso amministrativo e politico, dovrebbe imporre di avere una totale assenza di conflitti d’interesse personali, familiari e professionali specialmente negli incarichi tecnici, amministrativi e legali, di non avere scheletri negli armadi, di non avere nessuna pratica edilizia da sanare e ottenerla “vestito” da eletto dal popolo, perchè il popolo ti elegge certamente non per realizzare obiettivi personali, ma collettivi. Dalle nostri parti pare che ciò non avviene altrimenti la città avrebbe un altro aspetto. Con amarezza poi, finalmente, trovi le risposte ai tanti dubbi, ai tanti interrogativi sul perchè un’amministrazione o qualcuno investito dal consenso popolare non lasci il potere nonostante la città cade a pezzi. Basta leggere l’Albo Pretorio, gli atti, le determine e ti rendi conto dell’amara realtà. In tanti si lavano la bocca parlando di etica, di perbenismo, di voler fare qualcosa di utile….bè lasciamo perdere! Un momento storico sicuramente tra i più cupi in termini di etica, credibilità e affidabilità politica dei singoli, sicuramente il più nefasto in materia amministrativa.