da IL MATTINO di Giuseppe Maiello
Casandrino. Una bomba ecologica in cantina: i locali seminterrati dell’ex complesso alberghierosportivo «Pamagiu», di via Borsellino, trasformati in deposito di rifiuti pericolosi. L’associazione ambientalista «Nessun Biocidio» sollecita un intervento delle istituzioni, non solo per la rimozione e la bonifica del cantinato, «per evitare qualche improvvisa ed imprevista tossica combustione», ma anche per la messa in sicurezza del posto, per evitare che in futuro si ripetano tali sversamenti.
Il complesso alberghiero-sportivo Pamagiu in via Borsellino, già via Napoli, è stato fino a qualche decennio fa una fucina di campioni, soprattutto di nuoto. Meta di sportivi ma anche di persone che si trovavano in zona, per ragioni di lavoro, e necessitavano di un posto per dormire: il Pamagiu venne infatti realizzato in una posizione strategica, una zona dove insistono diversi insediamenti produttivi. Un contenzioso, sembra di natura familiare, ha poi portato al progressivo abbandono ed al degrado la struttura, che ha nella parte anteriore anche un distributore di carburanti. Anche questo in disuso. E mentre l’area esterna è diventata una discarica a cielo aperto, il cantinato dell’albergo, è stato utilizzato per sversarvi rifiuti di ogni tipo. Alcuni pannelli, apposti esternamente sulle feritoie di areazione, con molta probabilità dai proprietari, per evitare episodi di inciviltà, sono stati rimossi. Sbirciando all’interno, si vede che i locali sono stracolmi di rifiuti, non c’è più spazio per nulla. Quando le condizioni di luce lo permettono, si notano pneumatici, centinaia di bottiglie ed oggetti di plastica, e soprattutto tanti bustoni neri, presumibilmente contenenti scarti di lavorazioni di fabbriche calzaturiere e tessili, che con molta probabilità opereranno in nero.
«Si tratta di una vera e propria bomba ecologica. Non vogliamo immaginare quale effetti potrebbe avere sull’ambiente la combustione di questi materiali: è facile ipotizzare quante e quali sostanze tossiche, tra cui diossina, si liberebbero nell’aria», dice Gaetano Gozzolino dell’associazione «Nessun Biocidio» e chiede alle autorità locali «di fare un sopralluogo visto che si tratta di un luogo privato in cui non siamo autorizzati all’accesso – per indagare e fare gli accertamenti del caso. E, che venga messo in sicurezza tutta l’area interessata, inibendo ogni tipo di accesso, onde evitare il perpetuarsi di tali sversamenti».
Luigi Costanzo, medico di famiglia, alfiere della battaglia contro i roghi tossici chiede l’istituzione di una task force con obiettivi mirati ad aziende che operano in nero e sversano rifiuti abusivamente. Intanto ieri mattina il corpo di Polizia municipale di Casandrino, agli ordini del comandante Giovanni Migliaccio ha individuato una quindicina di persone che saranno sanzionate per inosservanza all’ordinanza commissariale che fa divieto dell’uso di sacchetti neri, peraltro abbandonati in orari non previsti: i caschi bianchi, con l’ausilio di operatori ecologici hanno fatto aprire decine di buste ed in quindici casi son riusciti a risalire al «proprietario» attraverso una bolletta, un quaderno, una fattura. Dopo via Borsellino, l’azione continuerà nei prossimi giorni anche in altre strade.