“Ormai tutti abbiamo la certezza del percorso fallimentare che ha avuto quel finto progetto elettorale che sbandierava l’ESPERIENZA come un punto cardine di un cambiamento amministrativo che avrebbe fatto rinascere la nostra Città”.
“Grumo Nevano, è sotto gli occhi di tutti, è una Città di 18.000 anime che non si sente più comunità, minata nel profondo: strutture fatiscenti e abbandonate, tessuto produttivo e sociale, un tempo fiore all’occhiello di una intera area, ridotto ai minimi termini dalla mancanza di idee e dall’incapacità di una classe dirigente che guarda solo agli interessi di un ristretto Entourage. Quel poco che rimane del tessuto economico è retto dai sacrifici dei commercianti locali che ancora resistono e da qualche fabbrica che continua a lavorare nonostante la pressione fiscale e la spietata concorrenza a volte illegale di “imprenditori” sia italiani che pachistani, quest’ultimi in numero sempre crescente. Dal punto di vista culturale tutto è rimasto immobile a venti anni fa, nessuna nuova idea, nessun progetto, gli assessori che si sono alternati sono stati solo capaci di rappresentare la stasi culturale di un popolo moribondo che negli eventi pubblici ha il tanfo stantio della muffa. A reggere questa macabra giostra, degna di un libro di Stephen King, alcuni eletti dai Cittadini che rappresentano in pieno la situazione politico-amministrativa e possono essere tranquillamente definiti “NIHIL”. A questo punto non ci resta che aspettare e sperare che il moribondo passi a miglior vita. Le strade da percorrere per i Grumesi sono tre: 1. Continuare a vivere in questo degrado credendo in quelle persone, spesso per la modica cifra che si aggira tra i 20 e i 50€, che sono state artefici consapevoli del degrado stesso. 2. Continuare ad usare questa Città come dormitorio senza assumersi alcuna responsabilità “tant so tutt quant u stess” e per questo motivo non accennare ad alcuna protesta e continuare a sostenere che andare a votare non serve a niente, con la certezza che prima o poi dovrete lasciare questa terra perché non riuscirà ad offrirvi più niente di buono. 3. Credere e lavorare per il cambiamento e dare la possibilità ad un gruppo con le idee chiare, determinato a smantellare il SISTEMA, di formare una nuova classe dirigente che possa finalmente lavorare per tutelare il bene comune e la dignità di una Città che per ingegno, storia e produttività non era seconda a nessuno”. Peppe Ricciardi
fonte Facebook Peppe Ricciardi