Quando la nostra informazione fa centro e coglie con le mani nella marmellata, ecco partire le calunnie per la delegittimazione del nostro operato da parte di chi è al soldo del sistema di corruzione che vige senza freni nei territori campani massacrati da orde di delinquenti che si travestono da politici, spesso inseriti ai vertici di istituzioni pubbliche e le cronache quotidiane ne sono la conferma.
Ci risiamo con le prime indiscrezioni che arrivano in merito a tante nostre campagne di informazione per la trasparenza e la legalità. Stavolta addirittura fuori le mura di Grumo Nevano, qualcuno fa circolare calunnie infamanti che ci vedono costretti ad agire per le vie legali. Non era bastato un documento diffamatorio nei confronti di Peppino Landolfo adesso nelle mani dell’Antimafia, ora si scopre che qualche servo del sistema, corrotto fino ai coglioni (se li ha) fa circolare ad arte la voce che la nostra informazione venga retribuita, che i nostri articoli sono a pagamento. In tanti sanno benissimo, anche gli stessi calunniatori, che il nostro spazio autogestito e autofinanziato, ha una storia politica personale alle spalle vissuta sui campi di battaglia, che non è fatta nè di ruberie, nè di tangenti, nè di corruzione, nè di camorra, nè di richieste di denaro di cui si nutre certamente chi fa circolare queste voci, ma soltanto di passione, impegno politico e civico. La gente sa chi si è arricchito e si sta arricchendo con questo sistema di corruzione che ruba quotidianamente risorse di denaro pubblico, soffoca la crescita e ammazza le speranze di tanti giovani e famiglie che subiscono veri e propri atti politici delinquenziali e vessatori, certamente non la nostra informazione che, al contrario, dà fastidio a queste orde di delinquenti travestiti da politici ed è sempre aperta e disponibile anche ai nostri avversari politici, quelli onesti, i quali tanto apprezzano il nostro lavoro. Peppino Landolfo