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LO SCANDALO DEI CAVALLI DA CORSA CHE FINISCONO ILLEGALMENTE AL MACELLO

Come può un cavallo non destinato alla produzione alimentare finire in un mattatoio a insaputa dell’ex proprietaria che in buona fede, lo sapeva felice in un agriturismo? La storia della cavalla Ieri Roby, raccontata dalla trasmissione televisiva Le Iene, è sintomatica del mercato illegale che si nasconde dietro la macellazione equina. Per fare un po’ di chiarezza, bisogna innanzitutto sapere che al macello possono finire solo cavalli DPA, ovvero quelli destinati alla produzione alimentare e non tutti i tipi di cavalli.

Il motivo è molto semplice, i cavalli non DPA assumono durante la loro vita una serie di farmaci tra cui il fenilbutazone, che possono essere nocivi per la salute umana. Purtroppo però, migliaia di questi animali finiscono in mani sbagliate, in quelle cioè di macellai senza scrupoliche pur sapendo che quei cavalli non possono arrivare in tavola per motivi di sicurezza sanitaria, procedono alla macellazione. “La vicenda raccontata nel servizio non è un caso isolato, anzi è una delle modalità con le quali si fanno sparire ogni anno migliaia di cavalli che non servono più” spiega in una nota Sonny Richichi, presidente di IHP, Italian horse protection onlus. Secondo Richichi ciò succede per colpa di una inadeguata normativa sull’anagrafe, scarsi controlli, nonché collusioni con la criminalità organizzata e chiaramente interessi economici. “Da tempo chiediamo una profonda revisione dell’anagrafe equina, nuove norme per una tracciabilità trasparente dei cavalli e controlli maggiormente orientati alla tutela degli animali, oltre che uno stop alla macellazione degli equidi”, continua il presidente.

La storia della cavalla Ieri Roby

Alle Iene, Federica racconta di non poter più tenere con sé l’amata cavalla Ieri Roby. Decide di trovarle un posto dove possa stare libera e dove le venga garantito il suo benessere animale. In perfetta buona fede cede gratuitamente Ieri Roby, convinta che essa sia in un agriturismo in Toscana, in realtà però finisce in Sicilia nelle mani di Angelo Gianchino, un macellaio di equini. “Un mese fa – racconta Pellazza – i Nas di Catania hanno sequestrato a Gianchini, cinque tonnellate di carne di cavallo macellata illegalmenteperché provenienti da animali di cui non si sapeva nulla: né provenienza, né se fossero DPA o meno”. Federica scopre attraverso una raccomandata del Ministero delle Politiche Agricole che Ieri Roby è in Sicilia dal macellaio Gianchini, assieme ad altri 35 cavalli senza documenti. Dopo varie vicissitudini, Ieri Roby riesce a non finire al macello, ma per un cavallo che si è riuscito a salvare ce ne sono altre migliaia che ogni anno, escono dai circuiti dell’utilizzo ludico-sportivo per andare a finire al mattatoio. L’Italia è il paese europeo che macella più cavalli sebbene, spiegano dall’IHP, i dati forniti siano molto contraddittori: nel 2016, secondo il Ministero della Salute, sarebbero stati macellati 50.123 equidi, mentre secondo l’Istat 42.793. Questi numeri così diversi ci danno l’idea della totale incertezza nella raccolta dei dati presso i mattatoi: incertezza dovuta a falle nella normativa e a controlli non adeguati sulla filiera. Da dove provengono questi cavalli? La metà da Polonia e altri paesi dell’est Europa e che pochissimi sono veramente DPA. Quindi quasi 25mila provengono dai circuiti dell’ippica, animali che appena diventano anziani ‘non servono più’ “Cessato l’impiego, bisogna darlo via in qualche modo.E qui entra in scena uno dei paradossi riservati dalle nostre leggi agli equidi, l’unica specie animale sottoposta sia alle normative sugli allevamenti e sulle produzioni zootecniche, sia a quelle sugli animali d’affezione”, spiega IHP. Secondo la normativa i cavalli devono essere dichiarati dal proprietario DPA o non DPA, non per motivi etici, ma per motivi legati alla salute umana. Ai cavalli non destinati al circuito alimentare possono essere somministrati dei farmaci, per gli altri ci sono controlli più severi. I primi non possono essere macellati,ma devono essere accuditi fino a morte naturale. Ciò purtroppo non succede e la storia di Ieri Roby ne è la prova lampante.

Le Iene lanciano un appello: “Se siete un’associazione, un maneggio o conoscete qualcuno che non sia un macellaio scrivete una mail unacasaperroby@gmail.com” Per guardare il video completo de Le Iene clicca qui

Dominella Trunfio

fonte www.greenme.it

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