Nelle indagini spunta una lista di dipendenti favoriti dai politici.
fonte ilcentro.gelocal.it
PESCARA. Raccomandati dai politici per lavorare nell’azienda che ha vinto l’appalto delle mense scolastiche di Pescara e Montesilvano. Negli atti dell’inchiesta sulla ditta Cir Food, presunto appalto truccato tra il 2008 e il 2010 che il 10 maggio prossimo arriverà alla prima udienza del processo per 6 imputati, spunta anche «un consolidato sistema di segnalazioni provenienti da personaggi politici locali». C’è scritto proprio così su un rapporto della guardia finanza per il pm Anna Rita Mantini: «Numerose sono state le conversazioni relative all’assunzione di personale, direttamente o indirettamente, riconducibile a personaggi politici locali», recita il documento della finanza. Lista sequestrata. Ma non ci sono solo le intercettazioni a dimostrare, secondo gli inquirenti, l’esistenza di una corsia preferenziale per gli amici di consiglieri e assessori: durante l’indagine, avviata da un esposto del consigliere comunale del M5S Massimiliano Di Pillo, i finanzieri hanno sequestrato un elenco di nomi del personale della Cir Food con accanto «l’annotazione del personaggio politico locale di riferimento che “raccomandava” il lavoratore». I politici citati nell’informativa del nucleo di polizia tributaria di Pescara non sono indagati e sono estranei alle accuse. I sei imputati sono un ex dirigente e un funzionario del Comune, già condannati dalla Corte dei conti a risarcire l’ente di circa 700 mila euro, e 4 dipendenti della Cir.
«Situazioni di dolore». Sulla lista sequestrata alla Cir, 7 assunzioni sono attribuite a «D’Alfonso». Che si tratti del presidente Pd della Regione Luciano D’Alfonso, fino al 2008 sindaco di Pescara? Al riguardo, interpellato dal Centro, il governatore spiega: «Non ho il privilegio di conoscere gli atti di un procedimento penale che non mi riguarda e, quindi, sono impossibilitato a dare risposte precise sulla domanda proposta. Posso solo dire», afferma D’Alfonso, «che la mia funzione di presidente di Regione e già di sindaco di Pescara – con la istituzione del Sabato del Cittadino, che mi ha consentito di incontrare almeno 50mila persone disagiate – mi ha imposto e mi impone di farmi carico delle situazioni di bisogno e di dolore del prossimo, rappresentandole ai tanti produttori di economia e di ricchezza, ma sempre uniformando la mia azione a favore dei bisognosi e fermo restando il rispetto della totale autonomia di valutazione e delle leggi che disciplinano il mercato del lavoro e l’efficienza dell’impresa».
«Tantissime richieste». Secondo la lista, altre 10 assunzioni sono riferite a «Balducci». Che sia l’attuale consigliere regionale del Pd Alberto Balducci, assessore alla Pubblica istruzione durante il mandato di D’Alfonso? «Da noi politici», dice Balducci, «vengono tantissime persone a chiedere posti di lavoro ma io non ricordo affatto di aver segnalato qualcuno. Sicuramente, a quelli che mi hanno chiesto informazioni, ho riferito il nome della ditta e li ho invitati a contattarli ma di certo non mi sono mai speso per nessuno».
«Mi lamentavo». Nel rapporto della finanza, è riportata un’intercettazione tra Enzo Del Vecchio, l’ex vice sindaco Pd, e uno dei dirigenti della Cir: «Ma ci sono novità per quella cosa che ti avevo segnalato?», chiede Del Vecchio. E il dirigente risponde: «Lunedì le chiamiamo che domattina vedo il mio uomo qui a Roma e glielo comunico perché poi insomma». Del Vecchio dice «ok» e il dirigente commenta: «È mejo de persona, capito?». Del Vecchio fornisce oggi la sua interpretazione delle telefonate: «Le uniche volte che ho interloquito con la Cir è stato per lamentarmi di alcune disfunzioni nei centri di cottura che mi venivano rappresentate da terzi, niente altro. Non ho mai raccomandato nessuno: se ho telefonato l’ho fatto per risolvere disfunzioni e far intervenire gli operai».
«Davo l’indirizzo». Sulla lista, accanto a un lavoratore, c’è scritto «Pignoli» e poi «tre assunzioni» e «opposizione». Abbiamo chiamato il consigliere Massimiliano Pignoli che dice: «Se la gente mi chiedeva “ma come si fa a lavorare alle mense”, io rispondevo fornendo l’indirizzo. Un politico deve veicolare le informazioni per aiutare i cittadini. Più che invitare la gente a portare i curriculum non potevo fare».
«Non sono io». Sul documento è citato l’«ass. Masci». Potrebbe essere l’attuale consigliere Carlo Masci? «È dal 2003 che non sono più assessore», dice, «non credo di essere io anche perché non ho mai avuto alcun rapporto con la Cir. E poi nel 2009 non avevo alcuna rilevanza politica. Se esistono intercettazioni dei politici, di sicuro non ci sono le mie».
Le intercettazioni: «È uno schifo, faremo i nomi e i cognomi»
Intercettato lo sfogo della moglie del principale indagato. Le telefonate per fissare i colloqui: mi hanno segnalato questo numero
PESCARA. «Mo’ p nu pustarell matt… che manco lui c’entra niente. Manco stava in commissione, quindi, non ha potuto fare niente e ha detto: io mi ritrovo in mezzo per niente». Al telefono, intercettata nell’inchiesta sull’appalto delle mense scolastiche di Pescara vinto dalla Cir Food, la moglie del principale indagato, l’ex dirigente del Comune Paolo Di Crescenzo, si sfoga con un’amica dopo le perquisizioni della finanza in Comune. E dice che è tutto «uno schifo» e potrebbero arrivare guai per tante persone: «Io non lo so che cosa vogliono controllare questi qua… tanto ha detto che fa i nomi… della gente che ha sistemato». E l’amica risponde: «Eh sì, perché a sto punto o tutti o nessuno».
Il 10 maggio prossimo, il caso con 6 imputati per reati che vanno dalla turbativa d’asta al falso fino alla frode nelle pubbliche forniture, arriverà a processo: un presunto appalto truccato e l’ex dirigente sarebbe stato ricompensato con l’assunzione del figlio pagato quasi per non lavorare. «L’attività di intercettazione», scrive la finanza in un rapporto, «ha permesso di constatare l’inutilità della sua figura nella Cir nonché la posizione di “privilegio” che la stessa Cir gli riserva in quanto figlio del rup».
E poi ci sono le intercettazioni che, per gli inquirenti, dimostrerebbero l’ingerenza della politica nelle assunzioni. «Buongiorno sono della Cir Food, ho questo numero perché mi è stato segnalato per un colloquio di lavoro». Intercettazioni fotocopia in cui un dipendente della Cir chiama delle persone per dei colloqui di lavoro ma loro sembrano quasi cadere dalle nuvole. «Io personalmente?», così risponde uno dei segnalati che ci pensa su un attimo e poi dice: «Io proprio venerdì mattina ho sentito il sindaco e il vice sindaco». «Non ha importanza», lo frena il dipendente della Cir, «non ha importanza, ci dobbiamo sentire noi adesso».
In un’altra telefonata, il dipendente Cir contatta una persona da assumere e la invita a «rifare il percorso»: secondo la finanza, significa «ripassare dal referente politico per far accreditare il suo nome al dirigente Cir che a sua volta lo gira all’addetto per un colloquio». E lui, dopo l’incontro, dice: «Allora, ho ricevuto il tuo nome per un colloquio, quindi, cominciano a muoverci. Oltre che ci siamo già parlati… senza che ti devo fare il colloquio». Poi, sottolinea: «Intanto mi è arrivato il numero per chiamarti, quindi, volevo di’ adesso sta a posto… mo’ è una questione di tempi».
Nelle intercettazioni si parla anche di uno stratagemma per velocizzare le assunzioni e cioè iscriversi a un’agenzia di lavoro interinale: «Io mo’ ti faccio fare una cosa… io l’ho fatto fare pure a qualcun altro nel passato così iniziamo subito e chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori. Ti vai a iscrivere,
sta già parlato, sta già tutto preparato». La finanza riassume così lo schema: «È chiaro che l’agenzia offre solo una schermatura ad assunzioni già decise in altre sedi, non effettua selezioni di personale, si limita ad assumere e a “girare” alla Cir Food i nominativi segnalati». (p.l.
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